“Un voto utile a chi e per cosa”: Sergio D’Angelo commenta
le dichiarazioni di Enrico Letta
Le dichiarazioni del vicesegretario del Partito Democratico,
Enrico Letta, riportate oggi sui principali quotidiani, sono aberranti. Secondo
il vice di Bersani “chi in Campania vota Rivoluzione Civile compromette la
vittoria del centro sinistra e favorirebbe i Cesaro, i Cosentino ed i Nitto
Palma”. Al di là del dato che vede un significativo crollo del Pdl in Campania,
che non mette certo a repentaglio l'orientamento politico della nostra regione,
è evidente che il Pd sa bene che Rivoluzione Civile proprio in Campania può
contare su un largo consenso. I democratici dopo averci costretto a votare con
questa legge elettorale che non permette ai cittadini di poter esprimere la
preferenza per i candidati ma che ci vede invece come “nominati” dall'alto, ora
vorrebbe togliere ai cittadini anche la possibilità di scegliere tra opzioni
politiche diverse. Un impianto di ragionamento, quello di Letta, dal quale si
evincono due dati: il primo è la sostanziale paura del partito di Bersani per
il consenso di Rivoluzione Civile a partire da questa regione; il secondo è la
povertà di argomenti politici del Pd. Fa bene Vincenzo Siniscalchi a richiamare
sul Corriere del Mezzogiorno di oggi, all'insopportabilità del tema del “voto
utile”.
C'è da porsi una domanda dirimente: Utile a chi? Utile per cosa?
Il voto a Rivoluzione Civile è il voto utile a quei pezzi della società che
pagano maggiormente il prezzo della crisi, a quelli che sono stati stritolati
dai dettami della Banca Centrale Europea, a quelli che stanno pagando sulla propria
pelle le politiche del governo Berlusconi prima e del governo Monti poi, che è
stato sostenuto proprio dal Pd di Letta e di Bersani.
Il voto a Rivoluzione Civile è il voto utile per una via d'uscita dalla crisi
che non tuteli banchieri e potentati economici, per una politica nuova di
welfare e di diritti, per una politica economica che preferisca alle grandi
opere le opere per la difesa e la tutela del territorio, che riduca le spese
militari per puntare sul sostegno al reddito ed a contrastare la povertà e la
precarietà, un voto utile per chi crede che in Italia ed in Europa sia
possibile un'alternativa reale a quella del commissariamento della democrazia
da parte delle banche e dei loro garanti come la Merkel e come Mario Monti.
Farebbero bene quelli del Pd a spiegare ai cittadini come
intendono rappresentare un alternativa a quello che abbiamo già visto in questi
anni. Come intendono differenziarsi dal governo Monti con cui in sostanza hanno
già fatto, prima ancora del voto degli italiani, un accordo di governo.
Penso che al di là della visibile paura del Pd per una forza
come Rivoluzione Civile, che non ha amici tra i potenti, tra i grandi editori
che regalano al loro schieramento fiumi d'inchiostro e colonne dei quotidiani,
le affermazioni del leader dei democratici tendono ad annullare il dibattito
sulla politica, sulla prospettiva del paese, richiamandosi a spauracchi ormai
sepolti che non sono più all'ordine del giorno nell'agenda politica del paese.
Il voto utile che chiede Rivoluzione Civile, non è un voto
“per noi stessi”, come invece quello richiesto dal Pd, ma è un voto utile a
quel pezzo di paese che è stanco di vedere film già visti, un voto per voltare
pagina ed invertire la rotta di un paese che rischia di annegare tra una casta
che prova a sopravvivere a se stessa ed un rifiuto alla partecipazione che
rischia di regalarci nuovi anni di miseria e disperazione che verranno pagati
sempre dagli ultimi.
Ecco, proviamo a ritornare alla politica, ai temi veri della
pancia del paese, piuttosto che gettare fumo.
Sergio D'Angelo
Capolista Senato Campania per Rivoluzione Civile
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