venerdì 19 febbraio 2010

Il prossimo modello di sviluppo? Passerà per l’economia sociale

I fatti di questi ultimi anni hanno reso ancora più evidente, soprattutto con i processi di globalizzazione mal governati, l’imprescindibilità della solidarietà e della responsabilità per la giustizia sociale e il bene comune. Accanto alle imprese private che perseguono fini di profitti, devono convivere e potersi esprimere all’interno del mercato organizzazioni produttive che perseguono fini sociali e mutualistici. Quella sociale non è certo l’unica impresa possibile, ma è una tra le più originali che si siano imposte negli ultimi decenni.

Leggi l’articolo completo uscito sul Denaro del 19 febbraio 2010
il_Denaro_19_febbraio_2010.pdf

giovedì 4 febbraio 2010

Immigrati, la Campania ci mette una buona legge

Le immagini della guerriglia urbana a Rosarno hanno messo in evidenza la debolezza del sistema di accoglienza e di integrazione non solo della Calabria ma dell’Italia tutta, vittima di una legge xenofoba e razzista come la Bossi-Fini. Dopo Rosarno, la regione Campania rischiava di diventare meta di una “migrazione di ritorno”. Per questo era assolutamente necessario darsi una normativa al passo con la nuova situazione. Finalmente, dopo 16 anni di limbo istituzionale, la Regione Campania ha approvato lo scorso 19 gennaio la legge “per l’inclusione sociale, economica e culturale delle persone straniere”. Era dal 1994 che la Regione Campania non si dotava di una legge quadro in materia, in un territorio dove vivono ormai 200mila stranieri, di cui il 65% a Napoli.

Leggi l’articolo completo di Sergio D’Angelo uscito su Vita:

Vita_Febbraio_2010.pdf

lunedì 1 febbraio 2010

Terzo settore in rosso. C’è una soluzione

È da oltre due anni che le organizzazioni sociali denunciano il rischio di chiusura dei servizi socio-assistenziali ed educativi gestiti per conto del Comune di Napoli, che ha un debito con loro di oltre 60milioni di euro. Debito che continua ad avere difficoltà a pagare, imputando le responsabilità al governo e al taglio ai fondi statali per il sociale, ma anche al perverso meccanismo del “cronologico”: chi vanta il credito da più tempo viene pagato per primo, non appena le casse comunali si rimpinguano un po’. Ma non solo: ci sono al Comune alcune spese che hanno priorità, dette “indispensabili”, che vedono al primo posto il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali. Ovviamente le spese sociali non rientrano tra queste, né tra le priorità di spesa su cui ha potere decisionale il consiglio comunale.
Leggi tutto l’intervento di Sergio D’Angelo sul Corriere del Mezzogiorno di domenica 31 gennaio 2010.

Corriere_del_Mezzogiorno_31_gennaio_2010.pdf