giovedì 31 gennaio 2013

UN TERRITORIO DA BONIFICARE PER LA SALUTE DI TUTTI


Uno dei temi sui quali Sergio D’Angelo come capolista della lista di Rivoluzione Civile nel Collegio regionale  del Senato, intende particolarmente impegnarsi per realizzare i programmi di rilancio del Welfare, della Sanità e di una politica dell’Ambiente a misura dei cittadini sarà:




Ambiente, Salute, Energia :

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Moratoria nazionale per la costruzione di nuovi inceneritori;
- Incentivi per lo spegnimento degli inceneritori e la costruzione di impianti di trattamento a freddo, siti di compastaggio, isole ecologiche e piattaforme di riuso e riciclo dei materiali;
- Attivazione per una moratoria internazionale da parte dell'Italia sulla revisione delle nomative sui “certificati verdi”;
- Passaggio diretto dei fondi europei su ambiente e smaltimento rifiuti ai Comuni;
- Trasformazione della TARSU/TARES in tariffa, con un meccanismo di premialità per chi effettua la raccolta differenziata;

Bonifiche e salute

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Piano straordinario per le bonifiche in Campania;
- Potenziamento del servizio sanitario pubblico in materia di prevenzione e cura dei tumori;
- Indagini epidemiologiche e tossicologiche su tutto il territorio regionale;

Il territorio Campano in questi anni è diventato un laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto. Gli studi di scienziati di caratura internazionale ci raccontano come la nostra regione, a causa dello sversamento di rifiuti di ogni tipo ed in particolar modo di quelli industriali, viva un vero e proprio disastro ambientale. Il nesso tra smaltimento dei rifiuti negli ultimi decenni ed aumento delle malattie tumorali è ormai una tragica verità. La Campania vive un'emergenza sanitaria. Mentre i governi Berlusconi e Monti e l'amministrazione Caldoro dismettono il servizio sanitario pubblico, l'aumento delle malattie tumorali nella nostra regione supera ampiamente la media nazionale. Siamo difronte ad un biocidio ignorato dal governo nazionale.
Abbiamo bisogno di indagini epidemiologiche e tossicologiche su tutto il territorio regionale che ci permettano di individuare nel più breve tempo possibile le aree geografiche prioritarie di intervento. Bisogna soprattutto avviare un piano straordinario di bonifica del territorio in una Regione con oltre 3.000 siti avvelenati censiti e tanti altri non censiti. Solo la bonifica del territorio è la cura contro il biocidio in atto. Bisogna potenziare il servizio sanitario in tema di prevenzione e cura dei tumori per porre fine ai “viaggi della speranza” dei nostri concittadini ammalati di tumore verso altre regioni e per poter effettuare uno screening dettagliato della popolazione nelle aree maggiormente inquinate.

Energie alternative e sviluppo del territorio

- Progetto di sviluppo di un polo delle energie alternative nel Mezzogiorno;
- Coordinamento delle università meridionali su ricerca e progettazione ecosostenibile;

Applicazione di un piano per lo sviluppo delle fonti alternative di energie in tutto il Mezzogiorno a partire dalla connubio tra bonifica dei territori inquinati e costruzione di impianti di produzione di energia verde. Bonificare i siti inquinati del Mezzogiorno significa dover rinunciare per un lungo periodo alla coltivabilità di quei terreni. Per questo la bonifica dei terreni può portare ad un periodo di utilizzo dei siti per sviluppare attività “no food” come appunto lo sviluppo di impianti per energia eolica, solare e termica. Ma lo sviluppo di questi impianti non può e non deve essere invasivo per il territorio. La logica dei “grandi impianti” ha arricchito i potentati economici e non ha prodotto la nascita di un tessuto di imprese locali. Questo è il fallimento del modello di applicazione della green economy in Puglia. Bisogna puntare invece alla costruzione di piccoli impianti, attraverso agevolazioni economiche e fiscali, che si impegnino a puntare sul know how del territorio, a cominciare dalle università meridionali e che localmente costruiscano centri di ricerca, sviluppo e produzione industiale dei materiali.

Smart Cities e sostenibilità

- Piano strategico per l'applicazione della Direttiva Europea 20-20-20;

La direttiva 20-20-20 della Commissione Europea impegna tutti gli stati membri alla riduzione delle emissioni di Co2 degli edifici pubblici del 20% entro il 2020. Gli edifici pubblici rappresentano il 32% delle fonti di emissione di Co2 nell'Unione Europea. Soltanto 9 paesi dell'Unione hanno indicato quali politiche specifiche adotteranno per l'adeguamento delle emissioni degli edifici pubblici. L'Italia non è tra questi e risulta quindi inadempiente nei confronti dell'Europa. L'adeguamento alla direttiva 20-20-20 deve fondarsi su un piano complessivo di restaurazione e valorizzazione del patrimonio pubblico. Bisogna puntare su progetti locali, a cominciare dalle città, che peveda anche la formazione di cooperative di cittadini che contribuscano agli investimenti per l'adeguamento dell'edificio pubblico di prossimità (una scuola, un asilo, la sede del Municipio, della Municipalità, il centro per l'impiego, ecc. ecc.) in modo da riversare i proventi del conto energia, che taglia i costi in bolletta a chi produce energia verde e la immette nelle rete, nelle tasche dei cittadini che partecipano alla messa a norma degli edifici. Il piano deve prevedere la possibilità riconfigurazione anche dei parchi urbani che devono essere immaginati come luoghi di socialità, salubrità e produzione di energia alternativa. Per incentivare il processo è necessario istituire un fondo di finanziamento nazionale che si sommi agli incentivi europei. Solo attarverso l'adeguamento del patrimonio pubblico si può stimolare l'adeguamento dell'edilizia privata.



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