lunedì 27 aprile 2009

Crisi economica e sociale: l'analisi

L’aumento della disoccupazione, la riduzione dei salari reali, del potere d’acquisto e dei redditi delle famiglie, con l’incremento dell’inflazione stanno colpendo le aree più povere e le categorie più deboli della popolazione. E proprio in questo momento in cui le persone vedono diminuirsi reddito, lavoro e potere d’acquisto, i servizi sociali e le politiche di sostegno alle famiglie, la sanità e la scuola, invece di essere maggiormente sostenute, subiscono un pesantissimo taglio delle risorse. A livello nazionale, parliamo di una contrazione della spesa pubblica che ammonta a circa 5 miliardi di euro per quest’anno e a più di 16 miliardi per il triennio 2009/2011. È stato ridotto il Fondo sociale nazionale e sono previste diminuzioni di oltre 9 miliardi entro il 2011 nei trasferimenti a Comuni e Regioni, che saranno costretti a ridurre i servizi erogati ai cittadini. Questi fattori di rischio stanno mettendo a repentaglio contemporaneamente sia il sistema locale di welfare che le imprese produttrici di servizi sociali. A livello locale, i fattori più consistenti di rischio sono legati ai ritardi dei pagamenti che stanno spingendo sempre di più le imprese a ricorre al credito in una situazione in cui il credito sta subendo una contrazione per la crisi finanziaria e le banche stanno diventando più selettive nei confronti dei loro clienti, con costi sempre più elevati che le imprese sociali sostengono per gli oneri finanziari, a causa dell’allungamento dei tempi di pagamento. La Campania è anche la Regione che spende meno per le politiche sociali.

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