venerdì 22 maggio 2009

Asili nido: più spazio alle cooperative. Serve una nuova legge

Napoli è la città dove si spende meno per i bambini, pur essendo, con Palermo, il Comune più giovane d’Italia: lo dice un’indagine del Politecnico di Milano condotta per conto della Fondazione Civicum, che fotografa al 1° gennaio 2008 la situazione dei servizi per l’infanzia e gli asili nido in Italia. L’analisi tocca 19 Comuni, la cui popolazione complessiva è di 9,4 milioni di persone (il 16 per cento del Paese); i bambini tra zero e tre anni, potenziali fruitori degli asili nido rappresentano mediamente il 3,5 per cento della popolazione. i Comuni spendono in media circa 1.242 euro per gli asili nido per ciascun residente tra 0 e 3 anni. Napoli, dove i minori di tre anni superano il 4 per cento della popolazione, spende meno di 500 euro per ciascun bambino, nonostante i costi di gestione siano più elevati che altrove: ogni posto disponi­bile in asilo nido costa in me­dia 8.775 euro, a Napoli 11.805 euro, vale a dire il 30 per cento in più della media nazionale. Inoltre i posti disponibili per gli asili nido sono 29 per ogni 1000 bambini, contro i 276 di Bologna e i 156 di Roma. Un dato che impressiona, se si pensa che in una città della moderna Europa come Berlino i po­sti-nido disponibili sono 400 per ogni 1000 bambini, e ancora più grave visto che, come abbiamo detto, Napoli è, insieme a Palermo, la città più giovane della nazione. Un altro dato contraddittorio è che, pur essendo la città dove si spende di più per i costi di gestione degli asili nido, Napoli ha però gli asili più economici d’Italia: la percentuale a carico dell’utente è pari al 5% della spesa totale.
La regione Campania, nel tentativo di recuperare il ritardo regionale, ha approvato il 28 aprile scorso un avviso pubblico per il finanziamento di asili nido comunali, di micro nidi comunali e di progetti per servizi integrativi, innovativi e sperimentali.
Gli asili sono gestiti direttamente dai Comuni o affidati da questi alla gestione di cooperative. Tuttavia, nonostante sia dimostrato che gli asili comunali affidati in convenzione a cooperative sociali siano normalmente più efficienti e quindi meno costosi, il bando regionale emanato dalla Regione Campania nell’ambito del piano strategico del servizi all’infanzia corre rischio di riprodurre l’idea che l’unica possibilità di realizzare asili sia data dalla forma diretta di gestione da parte dei Comuni.
Occorre invece sostenere, anche con una legge di settore (l’ultima risale al 1974) lo sviluppo degli asili nido e dei servizi all’infanzia nella nostra regione, che sarà utile anche a sollevare dai carichi familiare le donne e favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro.

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