martedì 12 gennaio 2010

Comune e Regione trascurano il welfare

Il 2009 non è stato un anno semplice per il “sociale”. È iniziato con un decreto sicurezza che si spingeva a prevedere l’obbligo per i medici e i dirigenti scolastici a denunciare gli immigrati irregolari, e si sta concludendo con una finanziaria che in parte confida di trovare le risorse per il welfare attraverso lo scudo fiscale. E che, come se non bastasse, torna a tagliare i fondi ai comuni. Ma prendersela col Governo per spiegare il vuoto di uno stato sociale che non riesce ad essere nemmeno attento ai più deboli non convince più nessuno. Soprattutto quando, in alcuni casi, si sfiora il ridicolo, come è accaduto al Comune di Napoli che decide di stanziare centomila euro per un sondaggio sulla qualità dei servizi mentre le case famiglia chiudono. Voci di bilancio diverse, si dirà, ma allora sono le regole di quel bilancio che vanno cambiate, ricordandosi finalmente, quando gli esperti amministratori lo predispongono, che il welfare non riguarda solo un assessorato ma tutti, perché ha a che fare con la casa, con l’istruzione, con il diritto al lavoro, con l’ambiente, con la vivibilità, persino con il turismo, in una città piena di barriere architettoniche e priva di garanzie di sicurezza reali.
Ma il rimbalzo di responsabilità è una tecnica di autodifesa usata non solo dal Comune: anche la nostra Regione la conosce bene.
Leggi l’articolo completo di Sergio D’Angelo su LA REPUBBLICA del 30 dicembre 2009
La_Repubblica_30_dicembre_2009.pdf

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